LA PARTE MINERALE: MONTAGNE SBRICIOLATE
Partiamo dal presupposto che vogliamo piantare i nostri pomodori in quella cosa che un tempo era una montagna. E già questa cosa mi fa impressione perché è come immaginarsi di usare il Sacro Graal per bere la Finkbrau. O il cranio di un re (non sono macabra per vezzo, ma per coerenza e poi ve lo spiego quando parlerò di orto biodinamico) come svuota tasche. O forse no… O forse la vedo così perché sono una butta persona e forse le lezioni di yoga online non sono abbastanza per leggere la vita come qualcosa di armonico e giusto e con un senso. Perché in effetti, dalla decadenza di maestose montagne noi otteniamo la parte inorganica e minerale della terra in cui andremo a coltivare pomodori e zucchini e melanzane per cucinare malissimo ciò che è necessario assimilare oltre alla birra e al prosecco e alle patatine nel sacchetto per poter vivere. E quindi, sì, sono montagne decadute, come le GRANDI FABBRICHE del boom economico in cui adesso si fanno i rave o esposizioni di arte concettuale, casate nobiliari in rovina che devono affittare le proprie magioni per matrimoni cafoni ma – in fin dei conti – sono montagne che hanno saputo reinventarsi e convertire il loro business e infatti adesso io e Satana ci piantiamo il basilico per il pesto.
LA PARTE ORGANICA: DECOMPOSIZIONE
In ogni caso dalle montagne sbriciolate noi otteniamo la parte inorganica o minerale della terra che però è sterile. Perché per generare la vita mica ci bastano le montagne sbriciolate, noi abbiamo bisogno anche della decomposizione di tutti quegli animali che ci sono morti e di tutte le foglie che sono cadute e sono marcite e non dimentichiamo la merda (protagonista assoluta della vita OrtoPunx, qui, nella Cascinazza… parlerò spessissimo di merda) e i funghi e i batteri che con il loro indefesso e chirurgico lavorìo , trasformano le carcasse in humus e terra fertile.
Noi coltiviamo il basilico in montagne sbriciolate, carcasse decomposte e foglie marcite.
LA STRUTTURA DELLA TERRA: CARCASS FEATURING SIOUXSIE
Ed in base alla roccia madre o a chi ci è morto e si è decomposto o agli alberi che nei secoli dei secoli hanno lasciato cadere foglie o sono caduti essi stessi che viene determinata la tipologia di terreno in cui noi andremo a (cercare di) coltivare i nostri borlotti. Sia dal punto di vista chimico di macro e microlelementi che dal punto di vista della “tessitura” che – guarda caso – viene determinate dall’equilibrio degli elementi che costituiscono il terreno, distinti in scheletro (è tutto così dark-wave-gore-punk che mi fa pensare ad un featuring di Siouxsie in un pezzo dei Carcass) e terra fine.
Direi che non c’è tanto da spiegare. Lo scheletro è costituito dai pezzetti più grossi tipo ghiaia e sassettini. Per terra fine si intente tutto quello che ha un diametro inferiore ai 2 mm tipo sabbia, limo e argilla. In cui la sabbia è la più spessa – anche se ero pronta a giurare il contrario e mi sarei giocata qualche millemila euro al triello dell’Eredità al cospetto del compagno Insinna – mentre l’argilla è la grana più fine.
PIANTARE ZUCCHE DI HALLOWEEN SU ARRAKIS NON È UNA BUONA IDEA
Perché è importante capire se il terreno in cui andremo a fare l’orto è di grana grossa (sabbioso) o di grana fine (argilloso) o mezz-mezz (limoso)? Perché nella sabbia ci fai poco un casso. Un terreno sabbioso va bagnato moltissimo e concimato ancora di più. Ha bisogno di moltissima manutenzione e chi c’ha voglia, dai. Direi che siamo già bravi e fare quello che facciamo perché dobbiamo andare a complicarci la vita e cercare di far crescere le zucche di halowì su Arrakis, no? Il terreno argilloso invece trattiene l’umidità, va bagnato poco e ci mette tanto ad asciugare e, per questo, bisogna prestare tanta attenzione a muffe e muffette e funghetti e a tutti quegli alfieri della marcescienza che prolificano lì dove gli altri hanno schifo di stare.
Ci son diversi modi per capire che tipo di terreno è quello che hai a disposizione. Controllo visivo: Scava per due spanne circa e dimmi di che colore è. Facciamo tipo il test di Cioè per capire se lui ti ama o come un test di Vanity Fair per capire perché lui non ti tromba più o ti tradisce.
Il terreno è grigio, rossastro, marrò o nero?
Grigio = sabbioso / Rossastro = argilloso / Marrò = argilloso di medio impasto / Nero (featuring lombrichi) = organico, praticamente humus puro.
Piccola postilla: differenza tra hummus e humus
L’hummus deriva dai ceci schiacciati e non dalle montagne sbriciolate. La consistenza dell’hummus in bocca ricorda effettivamente quello di un terreno con un’equilibrata percentuale di sabbia e argilla, ma non il colore che, nel caso dell’hummus deve essere beigiolino e, nel caso dell’humus con una emme, deve essere marrò-nero. Potete portare entrambi ad una grigliata perché tanto nessuno se li cagherà entrambi dal momento in cui i pochi vegani / vegetariani (sopravvissuti al greenwashing della granarolo & co e all’assorbimento da parte del mainstream delle tematiche animaliste e ambientali) si saranno portati il loro hummus perché sì, ok, ma non si può vivere di sola birra e patatine nel sacchetto. Mi dicono. Anche se io continuo a pensarla diversamente. Ecco. Però coltivare luppolo e patate mi sembra troppo complicato. Al momento.
Ci sarebbe anche il test tattile. Tipo che devi prendere un cicinin di terra e giocarci e farci delle pallette e poi un cilindretto e in base alla malleabilità/friabilità capirne la consistenza. Ma non siamo qui a fare troppi assoli col wah-wah e andiamo a piantare queste cazzo di piantine dell’orto.